Biodiversità: l’Unione Europea rilancia sui “nature credits”

Mag 9, 2025

Nel pieno delle contestazioni contro le politiche del Green Deal, la Commissione Europea sta lavorando alla creazione di un nuovo mercato volontario per i nature credits, strumenti finanziari pensati per incentivare la tutela e il ripristino della biodiversità. L’annuncio è stato confermato dalla Commissaria UE all’Ambiente, alla resilienza idrica ed all’economia circolare competitiva Jessika Roswall, in occasione del Global Solutions Summit 2025 a Berlino, dove ha ribadito l’impegno dell’UE a collaborare con agricoltori, imprese, banche, istituzioni e società civile per affrontare la crisi ambientale.

Cosa sono i nature credits

I nature credits (o crediti naturali) sono certificati che attestano l’adozione di pratiche capaci di generare benefici concreti per gli ecosistemi, come la protezione del suolo, il ripristino degli habitat naturali o la riduzione dell’impatto ambientale. L’idea di un sistema di crediti per la natura era stata lanciata nel settembre 2024 dalla Presidente Ursula von der Leyen, durante la Nature Conference di Monaco. Il meccanismo si ispira al sistema di scambio delle quote di emissione (ETS) e punta a premiare economicamente chi adotta pratiche che migliorano gli ecosistemi, ad esempio agricoltori che proteggono suolo e habitat o imprese che riducono l’impatto sul territorio.

Dall’esperienza ETS alle nuove sfide

Ricordando i 20 anni di esperienza europea nel mercato delle quote di emissione di CO₂ (ETS), obbiettivo, Roswall ha spiegato che l’obbiettivo è quello di creare nuove situazioni win-win:“stiamo assistendo a un crescente interesse da parte degli agricoltori, dei silvicoltori e degli ambientalisti ad attrarre investitori esterni. Le aziende e gli investitori vogliono essere attivi e contribuire al finanziamento della natura. Tutti vedono l’opportunità di creare nuove situazioni vantaggiose per tutti. È qui che entrano in gioco i crediti naturali”.
Secondo stime del World Economic Forum, in uno scenario favorevole il mercato globale dei nature credits potrebbe raggiungere un valore di 180 miliardi di euro entro il 2050. Tuttavia, il cammino appare tutt’altro che semplice.

Roswall ha identificato tre sfide fondamentali da affrontare:

  1. Come misurare e confrontare la biodiversità? La questione è complessa, ma l’UE insieme all’Onu si sta preparando a creare uno standard globale e solido per i crediti naturali, al fine di evitare ogni forma di greenwashing.
  2. Creare un’infrastruttura in modo che questi crediti possano essere scambiati su un mercato. La Commissione sta lavorando con gli Stati membri su progetti pilota in Europa, con l’obiettivo di strutturare un sistema affidabile.
  3. Necessità di finanziamenti: La Commissione riconosce che la domanda attuale è ancora molto bassa e che sarà cruciale il coinvolgimento del settore finanziario per garantire la sostenibilità economica dell’iniziativa, in quanto il finanziamento pubblico non sarà sufficiente.

 Il successo dei nature credits dipenderà quindi dalla capacità dell’UE di costruire un sistema rigoroso, che eviti distorsioni e favorisca investimenti realmente efficaci per la salvaguardia della natura.

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