Transizione 4.0 e 5.0: aggiornamenti su tempistiche, comunicazioni e risorse

Mag 8, 2025

Con l’avvicinarsi delle scadenze operative dei piani Transizione 4.0 e Transizione 5.0, numerose imprese si trovano in attesa di chiarimenti normativi e procedurali, soprattutto per quanto riguarda la gestione dei crediti d’imposta previsti per gli investimenti effettuati nel biennio 2025-2026.

Transizione 4.0: comunicazioni ancora sospese

Il piano Transizione 4.0 prevede, per il 2025, un plafond complessivo di 2,2 miliardi di euro per la fruizione dei crediti d’imposta relativi agli investimenti in beni strumentali 4.0. Per poter accedere all’agevolazione, è necessario effettuare l’investimento entro il 31 dicembre 2025, oppure entro il 30 giugno 2026, a condizione che entro fine 2025 sia stato versato un acconto pari almeno al 20% del costo.

Tuttavia, a oggi non è ancora stato pubblicato il decreto direttoriale del MIMIT (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) che dovrebbe stabilire il contenuto, le modalità e i termini di invio delle comunicazioni obbligatorie da parte delle imprese. Tali comunicazioni, da inviare telematicamente, sono necessarie per monitorare il rispetto del limite di spesa previsto dalla normativa.

Il Ministero ha reso noto che la pubblicazione del decreto è prevista a breve, ma l’assenza di istruzioni ufficiali sta generando incertezza operativa. 

Transizione 5.0: risorse stanziate, ma parzialmente utilizzate

Diversa la situazione del piano Transizione 5.0, finanziato a valere sul PNRR con uno stanziamento complessivo di 6,23 miliardi di euro. Alla data attuale, l’assorbimento delle risorse è pari a circa il 12,5%: si registrano 780 milioni di euro in crediti d’imposta, di cui solo 26 milioni effettivamente utilizzati per progetti già completati, mentre oltre 750 milioni risultano prenotati per iniziative ancora in corso.

Nonostante un’accelerazione registrata a partire da febbraio 2025, in seguito a modifiche legislative e semplificazioni procedurali, i tempi tecnici di realizzazione degli investimenti fanno ritenere probabile una riprogrammazione di circa 3,5-4 miliardi di euro. Tali risorse, secondo le ipotesi attualmente in discussione tra Governo e Commissione europea, potrebbero essere destinate ad altri strumenti, tra cui i contratti di sviluppo orientati alla doppia transizione digitale ed energetica. 

In conclusione, entrambi i piani rappresentano strumenti centrali della politica industriale degli ultimi anni. Tuttavia, il quadro normativo e operativo presenta ancora elementi di criticità, in particolare per la tempestiva attuazione delle misure previste. Le imprese interessate devono monitorare attentamente l’evoluzione normativa, soprattutto in relazione al decreto attuativo 4.0 e alla possibile riprogrammazione delle risorse 5.0

 

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